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Canale del Chiarzò

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Canale del Tarcenò

La geografia fisica del Canale del Chiarzò identifica almeno tre ambienti completamente differenti e caratterizzati da insediamenti che, in vario modo, li hanno interpretati: il settore alto, detto Canale di Palcoda e i versanti incisi dal Rio Scuro, il settore centrale detto Canale di Campone e quello inferiore, detto Canale di Ombrena. Negli ambiti settentrionali dai versanti ripidi e aspri, poche furono le strutture costruite nel tempo, ma un abitato spicca per importanza e bellezza: Palcoda.

Questo borgo, raggiungibile con il sentiero CAI n. 831a, nacque da un agglomerato di stavoli sorto già nel 400 e si strutturò in modo più complesso tra la seconda metà del XVII secolo e la prima del XVIII. Le famiglie residenti a Palcoda fondarono la loro prosperità non solamente su agricoltura e pastorizia ma anche su altre attività collaterali, incluso addirittura il commercio di cappelli con il Nord Europa. Fu così che a Palcoda vennero costruiti una fornace, un piccolo mulino e, nel 1772, perfino una chiesetta dedicata a San Giacomo. Palcoda divenne un piccolo paese che nel 1914 contava ancora 126 abitanti ma che, a causa della crisi succeduta alla Grande Guerra, venne completamente abbandonato. Palcoda e la chiesa di San Giacomo iniziarono il loro inesorabile declino, crollando pietra dopo pietra. Nel 2003 un gruppo di volontari decise però di restaurare il campanile e la chiesetta. I lavori terminarono dopo 8 anni, nel 2011, e oggi Palcoda è divenuta una meta immancabile per gli escursionisti e i pellegrini diretti in quella che alcuni chiamano: la “Santiago della Val Tramontina”. 

Scendendo lungo il corso del Chiarzò, dopo aver incontrato una delle più belle cascate della Valle, il Pissulat, e imboccato il sentiero CAI n. 832a che scende da Tamar, si giunge in uno dei settori maggiormente puntellati da stavoli e case sparse che, nel tempo, si sono costituiti a villaggi: Campone. Oltre al nucleo abitato principale si contano infatti oltre venti piccole borgate che, partendo dal confine con il territorio appartenente al Comune di Clauzetto, si spingono fin quasi al lago di Redona. L’ampia vallata di Campone fu frequentata fin dal Medioevo, quando la comunità della valle la iniziò a occupare in cerca di pascoli che qui erano ricchi per merito della molta acqua corrente portata dal Chiarzò e dai suoi affluenti.

Diversa ancora è la situazione della zona di Ombrena, quella inferiore del Canale del Chiarzò. In quest’area la fitta distribuzione delle originarie stalle private, mitigò la possibilità di espansione degli abitati. Con il nome di Ombrena ci si riferisce a un grappolo di costruzioni delle quali rimane visitabile il borgo principale e, poco distante, il piccolo nucleo di case Ferrara. All’altezza di Ombrena, prendendo un sentierino che parte dalla Strada Provinciale 57, si raggiunge una delle più suggestive Wild Swimming Destination della Vallata, denominata appunto “La Pozza di Ombrena”.

 

Palcoda © foto di Thomas Cantoni

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