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Il Paese di
Tramonti di Sotto
La Valtramontina, abitata già in epoca preromana, presenta un vero unicum nel suo territorio con paesi, borgate, località, agglomerati, case sparse che raggiungono la ragguardevole cifra di oltre 150 unità e che sono la conseguenza della volontà e necessità degli abitanti di trovare zone di insediamento adatte al pascolo e allo sfruttamento agricolo. Ciò ha comportato l’aumento della popolazione fino a raggiungere i 5000 abitanti.
Dei tre nuclei abitativi principali, il primo che si incontra venendo dalla pianura è Tramonti di Sotto. Posto su un terrazzo alluvionale della Valmeduna, “Vil di Zot” – come veniva chiamato originariamente – è un piccolo centro, caratteristico per l’architettura di tipo rurale-prealpino che, con semplicità ed eleganza, si traduce anche in archi sasso a vista.
Tramonti di Sotto è capoluogo del comune che, oltre a Campone (Cjampon), comprende le frazioni di Tramonti di Mezzo (Vil di Miec), Tridis (Tridas), Pecol, Moschiasinis (Moscjasìnas) e Faidona.
Da vedere la Pieve di Santa Maria Maggiore, splendido esempio di edificio sacro della fine del Quattrocento, costruito su una struttura preesistente. La chiesa conserva nel coro, la cui volta è interamente affrescata, uno dei più interessanti cicli di affreschi della pedemontana pordenonese attribuiti a Giampietro da Spilimbergo e databili ai primi del XVI secolo. Inoltre si possono ammirare, in una nicchia laterale, le tre statue dei santi recuperate dalla chiesetta di Pàlcoda.
Oltre alle fontane e ai cortili loggiati che impreziosiscono l’abitato, poco fuori dal paese si possono ammirare gli antichi mulini collegati dal sistema di rogge, la necropoli altomedievale nonché la latteria turnaria oggi visitabile nell’edificio che è divenuto sede del piccolo alimentari del paese.
Non mancano poi i progetti artistici di grande richiamo come Il Filo di Mosaico, opera d’arte a cielo aperto che collega simbolicamente gli edifici, ideato dalla locale Pro Loco Valtramontina, da anni impegnata nella ricerca e nella promozione delle proprie tradizioni in collaborazione con il Comune e le altre associazioni locali.
In paese e nel circondario non mancano poi i servizi, dall’area pic nic alle strutture ricettive come alberghi, ristoranti e bar, dal centro sportivo alla farmacia, dal panificio ai centri di aggregazione sociale.
Il centro abitato è però solo l’accesso a una miriade di insediamenti sparsi nel suo circondario che invitano alla scoperta curiosa e approfondita di un territorio che, come scrive Moreno Baccichet nella sua ricerca sulla Valmeduna: “è un estensivo parco archeologico, ricco di reperti ancora visibili che vanno dall’età medievale alla fine di quella moderna.”
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