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Campone

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Il borgo di Campone

La strada, che dal bivio del lago di Redona conduce a Pradis e Clauzetto, si snoda per circa sei chilometri a ridosso dei monti, offrendo alla vista scorci di grande bellezza, come la montagna con le rocce scolpite dal tempo, le “marmitte dei giganti” scavate dall’erosione del torrente Chiarzò, gallerie naturali create dall’intreccio dei rami degli alberi e grotte di tipo carsico. Eppure le sorprese non sono finite, tutt’altro.

In un pianoro assolato che sorge a mezza via fra la Val Tramontina e Pradis, è infatti fiorito un’agglomerato di borghi che regalano ancor oggi magiche atmosfere: Campone.

Qualche chilometro prima di arrivare in paese si incontra la Foos, chiamata anche “Bus de castigo”, una grotta con laghetto sotterraneo esplorabile soltanto con la guida di esperti speleologi e che, la vigilia di Natale, diventa la suggestiva scenografia per la celebrazione della Santa Messa organizzata dal gruppo speleologico pordenonese. Proseguendo si arriva ad una piccola fontana a forma di pesce e, a questo punto, ci si immerge nella realtà di un paese che ha una sua forte peculiarità: la presenza di venti piccole borgate dove si possono ammirare diversi esempi della tipica architettura montana della Val Tramontina, come il bellissimo borgo Sàcchiaz con portici e logge sovrapposte ad archi, che si incontra di lì a poco.

Continuando a passeggiare, immersi in un silenzio che dona pace, poco prima della Chiesa Parrocchiale di San Nicolò – gioiello artistico e architettonico, cappellania fin dal 1744 che conserva una notevole pala d’altare del ‘700 – si incontra la borgata Grisa. Lì un secolare ippocastano fa da cornice ad una casa in pietra della fine del 700, ricca di storia e memorie. Originariamente fu una delle varie osterie presenti in paese, durante la seconda guerra mondiale diventò sede del comando di zona dei cosacchi del Don e persino scuola per i tanti bambini che un tempo abitavano Campone. Oggi la casa è di nuovo abitata tutto l’anno e la proprietaria ha creato il laboratorio artistico artigianale “Ricami e Passioni”  dove è possibile imparare varie tecniche di ricamo e il decoupage.

Un’altra borgata interessante è Barzanai, dove sorge un mulino con ruota a pale di legno risalente al 1600, che viene ancora oggi utilizzato per la macinazione del granoturco, preziosa testimonianza dell’arte molitoria. Per la sua splendida posizione il mulino di Campone rappresenta una delle attrattive turistiche della vallata ed è fonte d’ispirazione per pittori e poeti. Per i camponesi emigrati in tutto il mondo è un “luogo del cuore”, segno d’identità e di legame profondo con le proprie radici.

Elemento imprescindibile per l’esistenza del mulino è il torrente Chiarzò che con le sue acque limpidissime e cristalline  incanta i visitatori e, in alcuni tratti del suo corso, sotto il cosiddetto ponte romano o al guado di Martin, rallenta il suo fluire come per lasciarsi ammirare.

Nella borgata Zanon si trova invece l’azienda agricola Al Stalon, una caratteristica realtà imprenditoriale a conduzione familiare. Mauro, il pastore sardo che vent’anni fa si innamorò di Campone e dei suoi verdi pascoli, insieme alla moglie Maria produce formaggi e ricotte. Per chi ama mangiare “alla sarda”, come lo si fa sul Gennargentu, vengono cucinati il porceddu, la pecora bollita ed altre specialità.

Salendo dal centro del paese verso la località dei Piani si incontrano altre borgate interessanti sia per la loro posizione quasi strategica, dominante sulla strada,  che per l’architettura tipicamente spontanea delle case in pietra. Tra queste borgate interessante è il Valent con il suo tipico cortile, totalmente coperto da un ampio tetto, e sul quale si affacciano gli usci delle abitazioni, oggi per lo più  disabitate perché anche questo paese ha subito l’inesorabile processo dello spopolamento che colpisce  da decenni la montagna.

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